STREET FIGHTER – SFIDA FINALE: un glorioso sbaglio che non assomiglia al videogioco

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Street Fighter il film ci rivela che la cocaina può essere divertente ma è anche il modo che Dio usa per dirti che stai girando una cazzatona

 

Abbiamo questa strana percezione che con un solo balzo i film d’azione siano passati da Die Hard a The Matrix, ma non è propriamente così. Venendo da periodi iperseri e iperviolenti dell’era della Guerra Fredda negli anni ’70, i film d’azione degli anni ’80 hanno settato l’asticella sul perfetto equilibrio fra muscoli e superomismo, ma entrando negli anni ’90 si avvicinarono pericolosamente alla commedia slapstick e alla stupidità.
Street Fighter Sfida Finale è l’incarnazione della commedia d’azione dei primi anni ’90 ed è talmente stupido da risultare divertente. Divertente perché niente di tutto ciò che ci accade dentro ha senso e il tuo cervello muore un pochino ogni volta che tenta di ricucire insieme la storia che racconta. Divertente perché ogni attore recita come se fosse in un film completamente diverso da quello degli altri suoi colleghi. Divertente perché il film stesso capisce di essere strano e non gliene frega un cazzo.
Di più! Street Fighter Sfida Finale ha avuto la completa supervisione di Capcom, i creatori del videogioco! E sono stati proprio loro ad approvare il pagamento di otto milioni di dollari a uno Jean-Claude Van Damme le cui scene sono pura cocaina sudata e calci volanti. Per quanto il film sia oggettivamente discutibile, è in gran parte colpa di Capcom, e questo è davvero meraviglioso.

 

 

Lasciate che dia un’idea per quelli che non ne sono a conoscenza (e che la vergogna cali su di loro per non esserci stati all’epoca. Ragazzi vi siete persi tante cose).
“Street Fighter II” è un gioco di combattimento iconico della mia generazione. Pubblicato da Capcom nel 1991 quando ancora i videogiochi arcade importavano qualcosa. “Street Fighter II” cambiò lo stile, l’aspetto, e i modi dei giochi di botte. Qualsiasi gioco di combattimento che venne dopo di esso, sia che si trattasse di “Tekken” o di “Mortal Kombat”, lo ebbe come fonte d’ispirazione e divenne tanto popolare da caratterizzare l’intero decennio ’90. Oltre alle sale giochi, non c’era bar in Italia che non lo avesse ospitato almeno una volta, permettendo ai più o meno brufolosi di buttarci dentro vagonate di monetine.
Cristo! Ogni adolescente degli anni ’90 sapeva benissimo cos’era “Street Fighter II”?! Non c’era nessun altro gioco simile al tempo. Nessuna console o computer da casa era in grado di riprodurre degnamente quell’esperienza e, di conseguenza, si doveva per forza uscire di casa e trovare un cabinato arcade, (con la speranza che avesse i joystick funzionanti), e giocare da soli o con gli amici in un qualche tipo di locale pubblico.
Eh sì. Erano altri tempi quelli. Tempi che quando perdevi con il tuo amico gli potevi dare un cartone in faccia. Non era un grosso problema. Lui poi te ne restituiva 2 ma nessuno avrebbe denunciato nessuno. Ah-ah-ah, che bello quando c’era gente che aveva imparato a giocare a “Street Fighter II” cercando un pretesto per menare le mani. Erano proprio i bei tempi della clava.

street fighter

Tiè. Beccati questo!

Quando poi “Street Fighter II” uscì sul Super NES e sul Mega-Drive i brufolosi furono contentissimi. Finalmente delle conversioni con cui Capcom poteva farsi vendere l’anima dai suoi giovani giocatori appassionati. Finalmente i piccoli dannati avrebbero potuto rivivere a casa quell’esperienza rimanendone delusi!
Capcom, tuttavia, non si fermò lì. Modificò la versione arcade del gioco facendola uscire di nuovo sul mercato con il suffisso “Champion Edition” e rese selezionabili fin dall’inizio Balrog, Vega, Sagat, e M. Bison (quattro boss che nell’edizione precedente non erano selezionabili ). Permise inoltre a due giocatori di scegliere lo stesso personaggio (questa fu una vera novità per i videogiochi del momento) e di fatto spinse sul pedale della commercializzazione. Così successe come adesso accade per i fumetti quando escono le medesime copie a colori o con la copertina “variant” in modo da stuzzicare il collezionismo e tenere alto il “fomento” intorno al prodotto. Lo stesso aveva fatto Capcom con “Street Fighter II”, creando una forma digitale di crack/cocaina che ogni brufoloso appassionato doveva provare per forza in tutte le sue declinazioni.
E dopo la commercializzazione di varie edizioni dello stesso gioco con i nomi dei nemici invertiti e alcune mosse modificate, il culmine venne raggiunto con l’annuncio che dal videogioco ne avrebbero tratto un film, e non un film con pinco pallino vestito da pirata, ma bensì un film con JEAN-CLAUDE VAN DAMME.

street fighter

cocaina

I brufolosi erano esaltati. Cazzo, Jean-Claude Van Damme! Vi rendete conto? JEAN-CLAUDE VAN DAMME! La mega-star delle arti marziali in quel momento all’apice della popolarità sarebbe stata nel cast del film. Negli anni ’90 lui per tutti noi era un dio. Il dio giusto delle spaccate volanti e dei calci in faccia alla gente! Tutti pensarono: «Gli faranno sicuramente fare Ken, e sarà fantastico!». Poi però venne fuori che avrebbe recitato la parte di Guile, un comprimario di seconda fascia, e da lì tutto venne messo in discussione, a cominciare dal cattivo.
Infatti, a un certo punto, si seppe che Gomez Addams (Raul Julia) avrebbe ricoperto la parte del cattivo cattivissimo del film. Avrebbe interpretato quella presenza spaventosa e imponente che rappresentava il Boss finale del gioco: M.BISON.

street fighter

M.BISON

Lì i mugugni si fecero più rumorosi perché da una parte a Raul gli si voleva un gran bene per quel discorso della famiglia Addams, ma vederlo ridotto in quella maniera, magrissimo e col tutone gonfio di gommapiuma per farlo sembrare più grosso, ci lasciò tutti parecchio perplessi.

Crederci fortissimo

Improvvisamente la situazione precipitò, e quello che poteva essere un film decente venne rovinato da un’americanizzazione selvaggia in nome di Hollywood. Il concetto molto orientale delle arti marziali e del confronto venne completamente messo da parte e sostituito dalla filosofia del pistolone (e del pistolotto) più grosso, e quello che si ottenne alla fine, quando il polverone si diradò, fu un film di guerra caciarone, con dentro un sacco di personaggi caratterizzati in modo caciarone che ci raccontavano una storia caciarona.
Ché poi Raul Julia era pure malato, ( pace all’anima ), e questo è rimasto nella memoria di tutti come il suo ultimo film. Che tristezza. Povero Raul. C’è pure il cinico sospetto che sia morto apposta per risparmiarsi l’imbarazzo di vedere la prima del film. Ti vogliamo bene Raul, ovunque tu sia.

Tenete presente che quando Street Fighter venne girato gli Stati Uniti soffrivano ancora del feroce dopo-sbornia post-Guerra del Golfo. Non che le cose siano molto cambiate negli anni successivi, ma in quel particolare momento storico c’era proprio una discreta euforia nazionalistica da parte degli yenkee. Roba tipo ROCKY IV ma senza i mutandoni a stelle e strisce, ecco. Questa euforia si può percepire sul bicipite teso di Van Damme per tutta la durate del film.

LA TRAMA

Il nostro Van Damme interpreta il colonnello Guile, comandante di una task force delle “Nazioni Alleate”, inviata ad abbattere il fanatico e MALVAGIO generale Bison che, con il suo mini-esercito di bambolotti mascherati senza volto, sta tenendo in ostaggio della gente in uno di quei paesi del medio oriente di cui gli americani amano spesso dimenticarsi mentre ne sterminano la progenie.  Bison ci va giù pesante e vuole farsi pagare un riscatto di 20 MILIARDI di dollari. Cioè, oh. NON milioni. Venti M-I-L-I-A-R-D-I! E il bello è che s’incazza pure perché non glieli vogliono dare!
Buona parte del film ruota attorno a Guile e i suoi tentativi di infiltrarsi nel quartier generale del cattivone, ma ci sono anche dei siparietti che avrebbero la pretesa di essere divertenti riguardanti RYU e KEN. Questi ultimi sono interpretati da due anonimi pupazzi che non somigliano agli originali, e il doppiaggio ha imposto il nome “RAIU” al guerriero col kimono bianco perché… Perché sì. Ecco. A qualcuno ci piaceva dirlo all’Americana ( fu lo stesso attore che interpretava Ryu, Byron Manne, e quindi il regista Steven E. De Souza gli diede licenza di dirlo sempre così ) così Ryu è diventato RAIU (non state tanto a sottilizzare)
Poi c’è Sagat, trafficante d’armi il cui accampamento è un delizioso pot-pourri di ogni stereotipo culturale noto nei primi anni ’90, vale a dire una masnada di omaccioni arabi sporchi, barbuti, e armati con armi sovietiche. Il resto del film se la gioca con combattimenti alla A-Team ma senza la dignità dell’A-Team.

Il martedì di Raul Julia

Nel cast c’era anche Kylie Minogue, che al tempo era ancora un discreto bocconcino e dall’alto del suo metro e 57 tirava pugni e pistolettate insieme a Ming-Na Wen. Va bene per la Minogue, che tutti le abbiamo dedicato un momento di autoerotismo negli spumeggianti anni ’80, ma chi cappero era Ming-Na Wen?
Risposta: al tempo cinematograficamente nessuno, ma atleticamente qualcuno.
Da particine in varie serial era arrivata a questo primo suo ruolo “di peso” piena di buone speranze in parte concretizzate, e da quel punto della sua carriera in poi si cimenterà spesso in ruoli forti e muscolari. Purtroppo il film, nonostante i buoni incassi, non si distinse per qualità, così, nella Hollywood dei film mainstream della brava e bella Ming-Na non se ne ricordò più nessuno almeno fino al 2013, anno questo in cui debuttò nel serial “Agent of the S.H.I.E.L.D” nel ruolo dell’agente Melinda May che, guarda caso, è sempre lì che dispensa cazzotti e calci a tutti quelli che le rivolgono la parola.

street fighter

Suona strano che questo sia stato il canto del cigno di Julia. In fondo era l’unico attore di spessore in questo film.  Ma forse non è così grave. La sua performance così sovraccarica di enfasi, da sola, ha reso Street Fighter Sfida Finale memorabile per qualcosa. Poi chissà, per me “Street Fighter” è un film dimenticabile, ma per Julia? Magari era solo martedì.

OMONE

Uomo di mare, scribacchino, padre. Arrivo su un cargo battente bandiera liberiana e mi installo nel posto più vicino al retrogaming e la cultura pop anni '80/'90. Nel mio passato ci sono progetti multimediali falliti in collaborazione con Makkox; tre libri scritti in collaborazione con me stesso e tre podcast di relativo successo. Atariano della prima ora, mi piace molto giocare ai videogiochi vecchi e nuovi. Tutte le notti guardo le stelle e aspetto che arrivino gli UFO.

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10 Responses

  1. Mauro Corbetta ha detto:

    Recensione simpatica, peccato pieno di superficialità: Ming-Na era si al suo primo film, ma grazie a esso ebbe molte parti interessanti in produzioni televisive: ER medici in prima linea dove lo mettiamo?
    Poi ha segato il 90% del cast e ci sarebbe molto da dire.
    Guile divenne l’eroe perché De Souza é un guerrafondaio, se facevi ricerche ti saresti accorto che é un ottimo sceneggiatore: suo é lo script e soggetto, giusto per dire, di Commando con Swarzy. Purtroppo di questo ottimo copione venne massacrato sia da Capcom USA (la divisione JAP che curò sf2 non centravanti nulla) e il rating per minori massacrarono la pellicola.
    Quello che resta é però un bel film trash per la famiglia. E altra cosa, la ciffa fu un insuccesso: guadagnò 4 volte tanto il budget del film. E non solo, visto che proprio non ne parli, il videogioco legato al film ottenne quello che volevano: superò Mortal Kombat nelle vendite. Giusti alcune cosette che magari era il caso di dire invece di cioncare inutilmente, come tutti, questo film.

    • Simone Guidi ha detto:

      A prescindere dalle puntualizzazioni, ovviamente sempre bene accette, se mi potessi spiegare cos’è la “ciffa” ti sarei grato perchè la cosa mi interessa davvero. Fammi sapere che casomai intervengo.

  2. Falko ha detto:

    Ahhh che ricordi !
    Ok, ero un Nerd anni ’80 … il problema è che gli 80 son passati e son ancora nerd 😀
    Ricordo ancora quando era stato annunciato il film e l’attesa che si era creata per poterlo vedere, pensando “ok, la conversione per C64 è orribile, ma il film sarà una figata!”
    Tuttavia, una volta presa a noleggio la VHS, dopo alcuni minuti di visione mi dicevo “va beh, dovrà ancora cominciare”, poi di nuovo e di nuovo fino a che il film finì…
    Nel suo complesso convengo in toto con la recensione, un film brutto con una trama senza arte né parte.
    Di positivo c’è da dire, che per chi come me si era appassionato di questo titolo videoludico, il film è giusto un cimelio da collezionismo.

    • Simone Guidi ha detto:

      Tranquillo Falko, gli anni ’80 son tornati e adesso sono pure mainstream. Chi può stare meglio di noi? Il film, poi, è uno di quei casi in cui è talmente brutto che ha fatto il giro diventando perfino bello. A 25 anni di distanza lo ricordiamo con allegria, e nel suo essere trash è diventato iconico, quasi un cult di genere dove il genere è un tentativo impacciato di essere qualcosa che nessuno riesce a capire.

  3. Sam ha detto:

    Per quanto brutto, almeno SF II diverte e non annoia , al contrario del primo film di Mortal Kombat, più serioso e fedele al VG, ma anche scontato come trama e noiosissimo .

    • Simone Guidi ha detto:

      Non ci crederai ma ma la maggior parte delle persone che conosco considerano il film di Mortal Kombat molto più riuscito rispetto a quello di Street Fighter II. Io non sono tra quelli perché il film di Mortal Kombat lo vidi al cinema ai tempi e poi mai più, e me ne sono completamente dimenticato. È uno di quei film che dovrei recuperare e recensire, se non altro ne farei il paragone con SFII in maniera più consapevole.

      • Sam ha detto:

        Io MK lo vidi al cinema (SFII in vhs) e pur considerando qualitivamente migliore, e di molto , il primo sul secondo, quest’ ultimo è più divertente tanto è sciocco ed esagerato (sembra quasi una parodia del genere) e lo riguardo sempre volentieri (Zangief è fantastico )
        Curiosità : ma lo sai che Zangief appariva fugacemente in un episodio dell’ anime delle Dirty Pair ?
        Solo che l’anime è uscito nel 1985 !

        • Simone Guidi ha detto:

          Miii, o le due produzioni condividono qualche creativo, o c’è di mezzo qualche leggenda nippo/orientaleggiante di cui noi siamo completamente allo scuro (e alla quale i creativi si sono ispirati) che vede protagonista un energumeno con la cresta di nome Zangief. 🙂

          • Sam ha detto:

            Naa, è che la Capcom è piena di otaku che scoppiazzano i personaggi dei manga e anime per creare i loro personaggi. Ad esempio, Ryu potrebbe essere un miscuglio tra lo Ryoma Nagare del manga di Getter Robot e Sanashiro Kurenai di Judo Boy ( non a caso il suo nemico, Sagat, ha un occhio solo). Guile sembra preso da Stroheim de le bizzarre avvenure di Jojo e via così.

  4. Fabrizio ha detto:

    Salve a tutti, scusate il ritardo ma volevo sapere se qualcuno di voi ha giocato al gioco( chiaramente in sala giochi a 500lire a partita) a street fighter con i personaggi del film. Ero piccolo quindi la droga non c’entra e non era nemmeno fantasia, i soldi finivano… Venne dopo s.f.2 plus/alfa, delle versioni hakerate (almeno così credevo all’epoca) dell’originale

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