LE AVVENTURE DI ROCKETEER : e comunque i film coi nazisti sono sempre i migliori

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Caro pubblico Vintaggiato, siamo gente magnanima e vi diamo ancora una buona occasione per scoprire meglio un film che hanno capito in pochi e visto in pochissimi

 

Il Jet Pack è una cosa fighissima. Se non sai cos’è un Jet Pack vuol dire che non hai avuto un’infanzia felice e non hai mai posseduto un robot giocattolo, oppure, chessò, sei nato nel 1800, sei già morto e la tua anima vaga sperduta cercando la pace leggendo qualche articolo di un blog remoto su internet.
I Jet Pack, dicevo, sono una cosa fighissima perché ogni singolo essere umano anela la capacità di volare praticamente dalla nascita.
Stiamo parlando della capacità di volare, understand? Volare, NOI. Non cavalcare in una cosa che vola. Proprio volare NOI NOI.
Ed ecco che il Jet Pack accorre in nostro soccorso per soddisfare questa esigenza.
Ok, certo. Non voglio soffermarmi sulle ovvietà, tipo che un Jet Pack ci lascerebbe con ceppi carbonizzati al posto delle gambe, esattamente dalla coscia in giù, e il fatto che uno si dovrebbe caricare sulle spalle una bomba incendiaria ad alto potenziale.
Per questi problemi, l’ingegno umano ha già risolto caricando le bombole dei Jet Pack di gas compresso che una volta liberato praticamente ti lanciano in aria. Suona male, lo so. Pare di essere trattati come una biglia d’acciaio scagliata da una fionda, ma è il peso della modernità.
Supponiamo di superare tutto questo e si riesca a costruire un Jet Pack che funzioni bene per davvero. Che sia manovrabile, leggero e ti faccia volare in completa sicurezza. L’unico problema rimarrebbe l’atterraggio, e l’unico modo possibile per salvarsi il culo quando si atterra / ci si schianta / ci si addormenta / si esaurisce il carburante è, probabilmente, un addestramento approfondito su come atterrare VIVI in quelle condizioni, senza impalarsi sui rami di un albero.
Oppure, un’alternativa potrebbe essere una sorta di airbag che si gonfia all’istante intorno a noi in caso di emergenza, lasciandoci rimbalzare delicatamente in sicurezza mentre gridiamo: «YHEEEE!!!». Dopo questo, il solo problema rimasto sarebbe che un sacco di gente si schianterebbe intenzionalmente tutte le volte solo per poterlo provare.
Ho guardato per la prima volta Le Avventure di Rocketeer. A voi la recensione.

 

Trentadue anni fa, Disney tenta di inseguire il successo del Batman di Tim Burton rilasciando nelle sale cinematografiche Le Avventure di Rocketeer. La Warner Bros. ci aveva già pensato e provato l’anno prima col Dick Tracy di Warren Beatty e le cose non gli erano andate malaccio. «Tanto vale provarci» pensarono ai piani alti Disney ma, purtroppo, il tentativo non incontra il successo sperato. A fronte di soli 46 milioni di paperdollari incassati in tutte le sale americane, il franchise non decolla, e il sogno si infrange. Peccato.
Nel 1991, Le Avventure Di Rocketeer compare nei cinema durante un periodo in cui il pubblico non è assolutamente avvezzo né bombardato da film basati su personaggi dei fumetti. Lo so. È difficile immaginare un’epoca del genere. Un’epoca in cui Iron Man, Capitan America, Thor, Hulk, e tutta la compagnia dei mascelloni non faccia parte del DNA della cultura pop cinematografica. In quell’estate dominata da cyborg provenienti dal futuro, lo sforzo più recente del genere è l’enorme fallimento del Capitan America di Albert Pyun, e questa la dice lunga sulle aspettative che il pubblico poteva avere verso i supereroi dei fumetti portati al cinema.

Le aspettative nella cinematografia supereroistica degli anni ’90

Che dir si voglia, almeno teoricamente, Le Avventure Di Rocketeer ha buone chance di farcela. È Basato su un fumetto di Dave Stevens che, a sua volta, era un omaggio ai serial degli anni ’30 e ’40. Offre meraviglia, soggezione, avventura e azione piuttosto che visioni di un futuro desolato e disperato.
Riguardandolo adesso dispiace che non abbia sfondato. Forse è stata solo una questione tempistica e Arnold Schwarzenegger era un osso troppo duro da battere. Chissà?
Disney vede nel progetto delle buone opportunità di merchandising predisponendosi per una trilogia di film, e quando Joe Johnston salta a bordo in qualità di regista in molti lo ritengono la scelta più azzeccata che si potesse fare.
Johnston non è estraneo ai personaggi con elmetto e jet pack; ha avuto un ruolo chiave nel design di Boba Fett in Star Wars, ed ha lavorato sugli effetti visivi de I Predatori Dell’Arca Perduta. Anni dopo, Johnston arriverà a dirigere “Capitan America: Il Primo Vendicatore”, e una volta guardato Le Avventure Di Rocketeer tale scelta sembrerà la cosa più naturale del mondo agli occhi di uno spettatore attento.
Non è, però, tutto rose e fiori. I dirigenti Disney hanno in mente un supereroe collocato nel 1938, certo, ma decisamente spaziale e tecnologico. Johnston, no.  Johnston lo vuole eroico ma afflitto da tutte le limitazioni tecnologiche del tempo. Le due visioni sono talmente contrastanti che a un certo punto Johnston minaccia di abbandonare il film, e Disney ( la Disney del 1991. NON quella di oggi, ovviamente) è costretta a capitolare.
Tante cose vengono mitigate per riuscire ad abbracciare il maggior numero di spettatori possibile e rendere il film più adatto alle famiglie. Il carattere della fidanzata del protagonista, Bombshell Betty, basata sull’iconica pin-up Bettie Page, viene notevolmente attenuato. Il risultato è che la parte viene edulcorata e assegnata a Jennifer Connelly, attrice ugualmente sexy, certo, ma meno aggressiva di quanto non fosse il suo corrispettivo su carta. Nel complesso, però, lo spirito visivo del fumetto di Dave Stevens c’è tutto, ed è in mostra durante ogni minuto del film.

Le Avventure Di Rocketeer è ambientato nella Los Angeles del 1938. Poco prima della seconda guerra mondiale, l’industria aeronautica è nelle prime fasi del suo boom. Il pilota Cliff Secord ( Bill Campbell ) e il suo amico Peevey ( Alan Arkin ), stanno testando il loro nuovo aereo, il Gee Bee, e dei gangster di passaggio glielo crivellano accidentalmente di colpi, abbattendolo. Si scopre che i gangster hanno rubato qualcosa di grande valore e lo hanno nascosto nell’aerodromo dei protagonisti poco prima di essere catturati/uccisi.
Immediatamente dopo, il “terzo attore con il maggior incasso a Hollywood”, Neville Sinclair ( Timothy Dalton), assume altri gangster per recuperare l’oggetto nascosto. Sinclair è un attore tipo Errol Flynn ma nasconde un terribile segreto e vuole assolutamente entrare in possesso dell’oggetto che si dimostra essere un prototipo di Jet Pack progettato da nientemeno che Howard Hughes.
Meanwhile, Cliff e la sua ragazza, Jenny ( Jennifer Connelly ), intraprendono un difficoltoso rituale di accoppiamento poiché Jenny vuole diventare una star di Hollywood ed è quindi contagiata dal morbo della zoccolaggine.
Quando Cliff ritrova il jet pack nascosto nell’aerodromo, contando il numero di pallottole che gli tocca schivare si accorge che c’è in ballo qualcosa di grosso. E alla via così, in un crescendo di pistolettate, cazzotti, dirigibili, e nazisti. Alla fine il bene vincerà, e i fottuti nazi ne usciranno con le ossa rotte ( è un film Disney! Cosa vi aspettate?).

 

Nonostante tutto, è facile capire perché Le Avventure Di Rocketeer non abbia sbancato il botteghino. Il suo approccio alla materia è molto più serioso rispetto ai film di Indiana Jones, ed è probabile che il pubblico dei primi anni ’90 fosse già alla ricerca di qualcos’altro.
Al netto di questo, il film vanta alcune sequenze d’azione e acrobazie davvero mozzafiato che resistono bene tutt’oggi, e ci sono abbastanza stunt acrobatici da galvanizzare gli spettatori di ogni ordine e grado.
Il problema de Le Avventure Di Rocketeer, semmai, è quello che nelle intenzioni sarebbe dovuto essere l’inizio di un franchise, e invece non lo è.
Si basava su un piccolo fumetto che aveva pubblicato solo una manciata di storie, e il suo peso nella cultura pop era nullo in confronto a personaggi iconici come Batman o Dick Tracy (o persino Superman, nonostante che le prospettive cinematografiche dell’uomo d’acciaio fossero ZERO nel 1991).
Le Avventure Di Rocketeer non è certo un cinecomics, o almeno non lo è secondo gli standard dei primi anni ’90. È più un film avventuroso e d’azione in stile Indiana Jones, e il suo potenziale di merchandising, componente cruciale delle estati di Batman e Dick Tracy, era significativamente basso. A parte il design iconico del casco decò e la figaggine intrinseca di un jet pack, è un film relativamente semplice con poco da promuovere in termini di action figure o merce associata. I cinecomics non nascono per questo.

 

Le Avventure Di Rocketeer è il primo e migliore film di quella che considero la trilogia dimenticata degli eroi d’azione incompresi, insieme a L’Uomo Ombra e The Phantom.
A volte immagino un universo alternativo in cui questo film è riuscito e la Disney ha ottenuto la trilogia che voleva, e dove Warner Bros. ha tratto l’ispirazione e l’iniziativa giusta per riportare Superman al cinema negli anni ’90 invece di incagliarsi in quell’aborto che è stato Superman Lives!. Ma la triste realtà è che il film è arrivato con qualche anno di ritardo e non ha fatto breccia nel cuore del pubblico. Avrebbe avuto una sorte molto migliore se fosse stato rilasciato in un’epoca pre-Batman, a metà degli anni ’80, quando gli studi cercavano di massimizzare la nostalgia Spielberghiana per gli anni ’30 e ’40.
Invece, salutando tutti sul filo del decennio, Indy e soci hanno scelto il momento giusto per cavalcare verso il tramonto e chiudere un’epoca. Su una cosa non ho dubbi, però. Se quel genere di cose tornasse di moda, allora Cliff Secord col suo elmetto da Rocketeer potrebbe essere il primo eroe a cui tutti guarderebbero.

OMONE

Uomo di mare, scribacchino, padre. Arrivo su un cargo battente bandiera liberiana e mi installo nel posto più vicino al retrogaming e la cultura pop anni '80/'90. Nel mio passato ci sono progetti multimediali falliti in collaborazione con Makkox; tre libri scritti in collaborazione con me stesso e tre podcast di relativo successo. Atariano della prima ora, mi piace molto giocare ai videogiochi vecchi e nuovi. Tutte le notti guardo le stelle e aspetto che arrivino gli UFO.

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8 Responses

  1. Cassidy ha detto:

    Quando si usa l’espressione “postmoderno” si rischia di passare per uno di quei critici con la pipia e gli occhiali, ma Johnston qui ha adattato alla grande l’operazione postmoderna del fumetto di Dave Stevens, affidare ad una Jennifer Connelly bella da fare male il ruolo che nel fumetto era “interpretato” da una Bettie Page disegnata è una delle trovate azzeccate di un film che oggi definiremmo come una storia di origini, quando invece è stato un cinecomics quando ancora nessuno li chiamava così 😉 Cheers!

    • Simone Guidi ha detto:

      “una Jennifer Connelly bella da fare male”. Se esistesse un quartiere intero dedicato agli anni ’80, questa frase dovrebbe essere dipinta coi graffiti su un enorme muro all’ingresso.

      • Ste84 ha detto:

        Non conoscevo Le Avventure Di Rocketeer (me lo segno da recuperare) ma vedendo che è del ’91 mi ha subito fatto venire in mente un altro film dello stesso anno, Tutto Può Accadere, nel quale il concetto di “una Jennifer Connelly bella da fare male” raggiunge livelli altissimi. Evidentemente nel ’91 era particolarmente in forma!

  2. Lorenzo ha detto:

    Il gioco “Rocket Ranger” della Cinemaware c’entra col film?

    • Simone Guidi ha detto:

      Mmmh… Non Credo. Il gioco è del 1988 e il film è del ’91. Forse è più probabile che gli sceneggiatori di Rocketeer abbiano giocato a Rocket Ranger su Amiga 😉

  3. Luca Mergoni ha detto:

    Ok allora con Jennifer Connelly, me lo guardo; poi magari leggo anche la tua recensione.

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