JOYSTICKS – PORCI CON LE RAGAZZE: In sacrificio per voi in mezzo a un mare di tette
In sacrificio per tutti voi alla scoperta di Joysticks – Porci con le ragazze e della commedia scollacciata americana piena di tette strofinate su moltissimi cabinati arcade
Nel 1981, uscì al cinema un gran filmone chiamato “Porky’s” che, di fatto, dimostrò senza ombra di dubbio una verità incontrovertibile: ai brufolosi degli anni ’80 piaceva un sacco vedere le donne nude con le poppe grandi e i culi a mandolino.
Dopo quella drammatica rivelazione una miriade di registi si precipitarono a capitalizzarci sopra, producendo più film possibile in cui le tette delle donne giocassero un ruolo fondamentale. Sempre nello stesso periodo, il mondo intero veniva contagiato dalla febbre dei videogames, e anche con quelli i brufolosi ci pestarono giù duro. Ecco quindi che arrivò provolone a proporre l’idea del secolo: «E se facessimo un film zeppo di poppe e videogames? Sai dopo che successo!?»
Provolone, con la sua brillante idea, contribuì a portare a una generazione di sbarbati il film “Joysticks”, tradotto nell’Italia trash di Pierino e la Fenech come “Porci con le ragazze”. Una commediola sciatta che nel 1983 si proponeva di incentrare sulle tette ballonzolanti sui pannelli di controllo dei cabinati tutto il succo della sua inconcludente trama.
Se sei un vecchio videogiocatore come me potresti ricordare, o almeno essere a conoscenza, di questo film. Non lo conosci? No? Ommioddio, DEVI vederlo!
Secondo le mie fonti il regista Greydon Clark ha l’idea per questo film nei primi anni ’80, quando vede un sacco di ragazzi fare la fila per giocare a un cabinato, e così, con un budget di 300.000 paperdollari, in tre settimane gira Joysticks – Porci Con Le ragazze che guadagnerà quasi 4 milioni al botteghino.
Siamo onesti, non c’è molta sostanza in questo film. È una produzione occasionalmente geek che prende a piene mani l’attitude adolescenziale di Porky’s e la butta in caciara dentro a una sala giochi piuttosto affollata e mal rappresentata.
Anche qui abbiamo lo snob contro la cialtroneria, che è un formato geniale sicuramente mai apparso in nessun altro film di quel decennio, vero? VERO? (sarcasmo) E infine il tutto culmina in una resa dei conti a Super Pac-Man.
Greydon Clark compensa costantemente la mancanza di una vera trama articolata, di scenografie o di illuminazione decente, mostrando più tette possibile. Ci sono molte scenette audaci di quel genere che servono solo a mettere in imbarazzo i ragazzini quando vengono sorpresi a guardarle dai loro genitori che entrano improvvisamente nella stanza. È un film in cui vengono organizzate feste, i cattivi perdono, la colonna sonora ti resta appiccicata come un cicca usata, e persino il sindaco della città, alla fine, diventa un acceso videogiocatore.
Ma la vera delusione forse è che per essere un film che parla di videogiochi… In realtà non lo fa! I videogiochi sono più che altro un set, un fondale che potrebbe essere sostituito con qualsiasi altro luogo di ritrovo per ragazzi di quel periodo.
Ovviamente, nella terra dove i poliziotti ti crivellano di colpi per sicurezza PRIMA di chiederti i documenti, la parola “Joystick” era usata con un doppio senso di nerchia, ma per noi in Italia certe sottigliezze erano superflue e quindi andammo direttamente al sodo intitolando il masterpiece “Porci con le Ragazze”, un po’ per sfruttare l’onda di popolarità che scatenò il film “Porky’s” giusto un anno prima, e un po’ per mettere a proprio agio i fan della commediola sexy che tanti titoli nostrani aveva prodotto in quel periodo. Insomma, lo chiamammo così giusto per togliere ogni dubbio a chi se lo fosse fatto venire.
La trama era tanto sordida quanto zeppa di classici luoghi comuni e personaggi improbabili:
Jeff è il belloccio di ruolo, responsabile della sala giochi di suo nonno George mentre il vecchio è fuori città. Nessuno sa perché ma, pur essendo il gestore, Jeff si rifiuta di giocare con i suoi videogiochi. La sala giochi di Jeff è frequentata dall’umanità più stereotipata che si possa incontrare nei film Hollywoodiani di quei tempi là. Abbiamo il Nerd con gli occhiali e il maglioncino che si chiama EUGENE ( quale altro nome, no?). Il grasso orco scorreggione, DORFUS, bravo solo a giocare ai videogame ed evidente clone di Bluto Blutarsky. Il gruppo di neri che fa da carta da parati e viene inquadrato due-volte-due per contratto. Il delinquente con evidenti origini sudamericane e scagnozzi al seguito, poi, ovviamente, un bel po’ di ragazze che mostrano le tette per il più futile pretesto e costituiscono il nerbo della pellicola.
In mezzo a questo branco di fighe c’è Patsy, la figlia del Signorotto locale, Mister Rutter ( interpretato da Joe Don Baker, unico vero attore di peso presente nella pellicola e comparso in una miriade di produzioni televisive di quel periodo ), che oltre ad essere evidentemente maiala è anche una delle afecionados della sala giochi. Proprio per questo motivo il suo malvagio padre si adopererà per far chiudere il locale durante tutta la durata del film. Ovviamente non ci riuscirà e i buoni vinceranno, pronti a tornare in sala giochi per giocarsi la prossima partita. GAME OVER.

Sfondo interessante
Come già detto prima, oltre alle TANTISSIME tette, abbondano tutti quegli ovvi tropi tipici del decennio come la cattiva recitazione, le acconciature brutte, i vestiti agghiaccianti, una colonna sonora synth, una trama prevedibilmente banale e tutte quelle cose che di solito trovi tutte insieme quando qualcuno si vuole mettere a sfottere quel particolare periodo storico, ovvero, quando qualcuno su facebook ti rifila un video con gli stereotipi idealizzati elaborati dal solito trentenne che ha fatto una veloce ricerca su google o su youtube.
Ora, di solito i GenX come me quando si imbattono in queste cose dicono sempre: «Ma no! Gli anni ’80 non hanno prodotto solo quelle cose lì! Hanno fatto anche cose buone!».
Ecco… NO. Purtroppo non è vero perché hanno partorito anche un film come Joysticks – Porci Con Le Ragazze. QUESTO film.
Che altro dire a riguardo? Non gran che.
Tutto ciò che il film tenta di fare, lo fa goffamente. I ragazzi cool non sono veramente cool, i punk non sono veri punk, e i danni che vengono causati o subiti da chiunque non sono veri danni. Sono, fondamentalmente, cazzate. Gli scherzi che i ragazzi si fanno l’un l’altro sono idioti. Le scene trasgressive non sono altro che pretesti poco sexy per mostrare ragazze in topless. Il riccone cattivo non è nemmeno così riccone, è tipo il padrone di una piccola cordata locale di negozi: un medio borghese arricchito.
L’unica cosa veramente ammirabile è che compaiono molti cabinati arcade. Quello sì. Quello è bello.
È sempre un piacere vedere i cabinati originali di quei tempi. Ci sono tonnellate di titoli super-popolari come Pac-Man e Ms. Pac-Man, Defender, Pole Position e Centipede, ma si possono anche avvistare titoli meno conosciuti come Space Dungeon e Star Castle.
È interessante notare che c’è una scena con un videogioco che non conosco. Nel film e nei titoli di coda viene chiamato “Stripper Game” della Computer Kinetics Corporation, ma una rapida ricerca mi ha rivelato che si tratta di un bootleg del videogioco chiamato Streaking di Shoei datato 1981. Un gioco osceno con della nudità ( per quanto potessero mostrare nudità i videogiochi nel 1981 ), motivo per cui non ha circolato tanto, anzi, quasi per nulla, ma in questo caso forse è uno dei pochi motivi per guardare il film.
Quindi, certificato ormai che questo film è scadente, a suo vantaggio si può dire che entro i primi cinque minuti dall’inizio lo spettatore ha già visto ben due paia di tette, e poi raga… Poi arriva KING VIDIOT.

Lunga vita al RE
King Vidiot è un giovane punk ossessionato dai giochi arcade. Come si può facilmente dedurre dal suo pseudonimo è un perfetto idiota e, di conseguenza, chiaramente avantissimo rispetto al suo tempo. Adotta un look che è un incidente all’incrocio fra Billy Idol e Madama Butterfly, e viaggia scortato dalle sue groupies che si muovono e comportano come robot. Ha inoltre un debole lussurioso per gli uomini mal travestiti. I suoi due obiettivi nella vita sono di avere un cabinato arcade personale tutto suo e farsi una selvaggia cavalcata in sella a mini-bolidi tipo questi qui sotto:

He’s the man. He’s VIDIOT
A questo punto, dopo quanto detto, vi starete chiedendo se vi stia prendendo per il sedere o meno. Beh, avete il diritto di farlo, il film è abbastanza strambo. Qui ci sono quasi esclusivamente tette e videogiochi. That’s all. Ma guardandolo più attentamente si scopre che una sua particolarità il film ce l’ha.
Se infatti “Il piccolo grande mago dei video games” è stato un marchettone per Nintendo, e se “La finestra sul delitto” lo è stato per Atari, “Porci con le ragazze” è un mega marchettone per i giochi arcade in generale e per la Midway Games in particolare, la quale concesse l’uso dell’immagine di “Pac-Man”, nonché l’anteprima dei sui nuovi giochi, “Super Pac-Man” e “Satan’s Hollow”, che sarebbero stati rilasciati nelle sale giochi qualche mese dopo.

Videogiocatori di tutto il mondo unitevi!
Una parte della sala giochi è chiamata “The Arena”, ed è costituita da due schermi di grandi dimensioni affiancati da due giganteschi joystick montati sul pavimento. Durante il film si vedono due gare: una che mette a confronto King Vidiot contro Dorfus in una partita di Satan’s Hollow, e un’altra con Vidiot contro il proprietario della sala giochi, Jeff Bailey, in un faccia a faccia con Super Pac-Man. Ovviamente la messa in scena è quanto di più ridicolo si potesse anche solo immaginare, ma in realtà è un idea lungimirante visto che verrà sfruttata nuovamente anni dopo nel film “Il piccolo grande mago dei videogames”.

Come il Drive-In ma con più tette
ROBE STRANE
Quanto detto finora è però irrilevante. Dopo un’attenta e lunga valutazione posso dire che Joysticks – Porci Con Le Ragazze va visto per i seguenti motivi:
1) Strip Video Gaming: Sfidona a Streaking fra due ragazze e un ragazzo. Chi perde si spoglia!
2) La colonna sonora di apertura del film, il brano “Totally Awesome Video Games“. Ascoltarla è come sorbirsi un concentrato tipo pappa reale di quanto più anni ottanta si possa ricavare da un tubo al neon incrostato di lacca. Ho pure trovato il link di una band che ne fa la cover. È bellissima. Eccolo QUI.
4) È risaputo che la maggior parte delle sale giochi aveva al suo interno un monaco pazzo invasato dai videogiochi
5) Uso gratuito di Pac-Man come siparietto inter-scena
6) Uso molesto di un hot-dog tra i seni di una ragazza.
7) Da qualche parte, là fuori, esiste e gira un furgone con una funzionale vasca idromassaggio all’interno ( che come soluzione non sembra molto intelligente )
“Porci con le ragazze” è un film che fa sembrare “Il piccolo grande mago dei videogames”, “Street Fighter: Sfida Finale” e “Super Mario Brothers” come la trilogia del “Il Padrino”. Dargli un voto adesso significa gettarlo in una buca profonda fino al mantello e ricoprirlo di strati di granito e adamantio.
Il voto, ovviamente, non è buono, ma tenuto conto della novità di vedere per la prima volta qualcuno girare un film ispirato ai videogames e riuscire a farci qualche soldo sopra, lo rende più gradevole di quanto tutte quelle tette riescano a fare.
BEST MOMENT EVER: Limonata dura davanti a Pac-man