IL TAGLIAERBE, i videogames, le droghe e la tremenda incazzatura di Stephen King

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Dove Pierce Brosnan 007 inietta le droghe, la scimmia Robocop s’incazza, e il tagliaerbe diversamente sveglio diventa Zeus giocando ai videogiochi col caschetto della realtà virtuale

 

«Un tempo bastava poco» direbbe un osservatore moderno sfilando un sorrisetto sornione mentre guarda Il Tagliaerbe.
C’e solo un piccolo dettaglio: all’epoca quel poco era considerato il top mai raggiunto prima, soprattutto nel 1992, quando i computer a 32bit si affacciavano sul mercato e la rivoluzione pleistescion era ancora a tre anni di distanza.
Chiariamoci. Questo film adesso è una CIOFECA, ma quando uscì nelle sale si comportò più che dignitosamente e, soprattutto, riaprì quel discorso sulla realtà virtuale che si era repentinamente chiuso dopo TRON, dieci anni prima. 
Al tempo andavo all’Istituto Tecnico e a noi perditempo, alla perenne ricerca di un buco dove andare(!), Il Tagliaerbe regalò qualche genuina visione su un futuro dominato dai computer e tanti, ma tanti videogiochi. In poche parole, quel film venne da noi target finale giudicato OK.
Adesso, all’ombra delle varie console next-gen il confronto non regge e di tutto quell’entusiasmo non rimane nient’altro che la tremenda incazzatura di Stephen King.

 

Stephen King, lo sapete, è uno di cui si può dire qualsiasi cosa, ma qualunque sia la vostra opinione a riguardo, rimane sempre lo scrittore che ha venduto e incassato più di tutti al mondo.
Gli anni ’80 sono stati letteralmente suoi. È stato il periodo in cui è esploso dal punto di vista letterario e anche cinematografico, e sembrava che qualsiasi cosa che portasse la sua firma sarebbe divenuta un successo garantito, anche la lista della spesa e i filmatini amatoriali con sopra il suo migliore amico che vomita. Insomma, era una specie di Vasco Rossi del Maine:  bastava mettesse in musica i rutti e vendeva milioni di copie.

Vendo questo martello originale firmato King

Agli inizi degli anni ’90, La New Line Cinema acquistò i diritti di una novella dello zio King. “Un investimento blindato, un successo assicurato”, pensarono i signori cineasti che sborsarono una cifra ragguardevole per averli. All’indomani dell’acquisto però, si trovarono, sì, i diritti di un probabile successo in mano, ma le tasche completamente vuote per realizzarlo.
Che fare allora? L’idea venne al regista incaricato di dirigere il film, Brett Leonard, che fino a quel momento non aveva realizzato nient’altro che un film horror dove, meraviglia delle meraviglie, una bella final girl seminuda chiusa dentro a un ospedale psichiatrico scappava dagli zombie… chi l’avrebbe mai detto eh?!
Succede così: Brett ha nel cassetto una sua sceneggiatura intitolata “Cyber God” che tratta di esperimenti proibiti, realtà virtuale e droghe potenzianti. Sai che? Lo fa lo stesso, però alla fine lo intitola come la novella di King e tutta la campagna promozionale si sarebbe basata sul fatto che quel film, almeno in apparenza, sarebbe stato l’adattamento ufficiale del racconto.
L’articolo 640 del nostro codice penale definisce questo tipo di operazioni.
Ovviamente quando lo zio King se ne accorge non la prende bene.

No. Non la prende per niente bene

E così lo zio trascina la Allied Vision (che controlla la New Line Cinema) in tribunale.
Al giudice dice che il film è significativamente diverso dal suo racconto breve e quindi se ne dissocia, che la Allied ha maliziosamente usato il suo buon nome infangandolo e causandogli «un danno irreparabile» in termini di reputazione. E infine giustifica le sue rivalse dicendo che basta guardare gli incassi al botteghino per capire immediatamente che il film non ha niente a che fare con la sua opera (lo Zio era abituato a volare alto a quei tempi).
Il giudice gli dà ragione e ordina alla Allied Vision di stralciare il nome di King dai crediti e da tutti gli annunci pubblicitari.
Lo Zio WINS!

Mmmh… Credo che questo poster debba essere modificato

 

Ma alla fine, quanto c’era della novella di King dentro a questo benedetto film?

Poco. Molto poco. Quasi niente. Nonostante il titolo sia omonimo al racconto originale contenuto nella raccolta “A Volte Ritornano” ( in italiano il titolo della novella venne tradotto come “La Falciatrice”), le somiglianze si riscontrano solo in una scena dove un tosaerba si muove per conto proprio e uccide una persona i cui resti verranno ritrovati in una vaschetta per uccelli. STOP.
Tutto il resto del film si basa su una sceneggiatura completamente estranea e sugli effetti speciali digitali che al tempo furono giudicati avveniristici e piacquero talmente tanto da influenzare la cultura popolare per diversi mesi.
Effetti tanto all’avanguardia che anche la musica non ne rimase immune. Persino un grande autore come Peter Gabriel non disdegnò di usare questo nuovo modo di fare effetti speciali in un video che rilasciò un anno dopo (1993 ) e diretto, guarda caso, proprio da Brett Leonard.

 

Sul fronte dei videogiochi invece avviene una cosa abbastanza singolare.
La Sales Curve Interactive si occupa della conversione del film in videogioco e rilascia sul mercato due versioni differenti del medesimo a seconda della piattaforma che lo dovrebbe far giocare.
Per i PC-DOS e le varie console che possono accogliere un CD-ROM, tipo il SEGA MEGA-CD, rilascia una specie di filmato interattivo tipo i vecchi laser-games. Si procede nel gioco solo azzeccando le mosse giuste.

 

Al contrario, per tutte le altre console a cartuccia tipo la SNES, viene rilasciato uno spara-tutto a scorrimento orizzontale con degli intermezzi di guida in soggettiva abbastanza banale.

Un ultima cosa da notare in questa controversa pellicola è la presenza di Pierce Brosnan nei panni del dottor Angelo, che da lì a poco sarebbe stato scelto per interpretare l’ennesima incarnazione dell’agente 007, e di Jeff Fahey nei panni di Giobbe, il tagliaerba con ritardo mentale, che sul momento può anche non dirvi niente ma che invece interpreterà moltissime puntate di Lost e (soprattutto) J.T. in “Planet Terror”.

OMONE

Uomo di mare, scribacchino, padre. Arrivo su un cargo battente bandiera liberiana e mi installo nel posto più vicino al retrogaming e la cultura pop anni '80/'90. Nel mio passato ci sono progetti multimediali falliti in collaborazione con Makkox; tre libri scritti in collaborazione con me stesso e tre podcast di relativo successo. Atariano della prima ora, mi piace molto giocare ai videogiochi vecchi e nuovi. Tutte le notti guardo le stelle e aspetto che arrivino gli UFO.

2 Responses

  1. Cusy ha detto:

    Ciao ragazzi,
    Inizio con i doverosi complimenti per le live fatte finora che mi hanno tenuto compagnia recuperandole negli ultimi mesi.
    Mi secca un po’ che il primo messaggio sul sia purtroppo una richiesta di info, ma è previsto un ritorno anche alle piattaforme podcast?
    Solitamente vi seguo dall’auto tramite Google Podcast, ma ho visto che gli ultimi 3 episodi sono stati messi solo nelle live di YT.
    Purtroppo Android Auto litiga con YT, ma se non avete intenzione di tornare ad usare le piattaforme audio-only mi organizzo in altro modo pur di tornare a seguirvi.

    • OMONE ha detto:

      Scusa per la tarda risposta, Cusy. Siamo tutti presissimi in questo periodo e ho potuto dare un’occhiata al sito solo ora. Sì, hai ragione. Abbiamo trascurato molto il podcast nelle ultime puntate. Cercheremo di recuperare tutto e metterlo su Spotify. Abbi pazienza. Siamo solo dei miseri mortali. Grazie per i complimenti cmq. Son sempre molto graditi. DAJE!

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