Buon 35esimo anniversario, MARI STREGATI

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Mari Stregati è il libro dal quale sono tratti i videogiochi di Monkey Island e i film de I Pirati Dei Caraibi senza assomigliarci nemmeno un po’

È il 1987 e appena l’anno prima il film “Pirati” di Roman Polanski ha dimostrato una volta in più quanto sia fallimentare il tema piratesco quando viene elaborato su grande schermo. Al cinema i pirati non funzionano più. Non c’è verso. Neppure il nostrano Monicelli riuscirà a lasciare il segno con i suoi “Picari”  l’anno successivo, e i gloriosi fasti dei film di Errol Flynn sono ricordi sempre più sbiaditi.
A poco serve il concentrarsi sull’accuratezza della rappresentazione dato che in pochissimi sono veramente esperti di quel periodo storico. Gira che ti rigira, gli sceneggiatori non riescono mai a sottrarsi all’influenza de “L’Isola Del Tesoro” di Robert Louis Stevenson, e qualsiasi storia venga raccontata all’ombra di un Jolly Roger si riduce sempre a una caccia al tesoro ambientata in paesaggi paradisiaci popolati da pendagli da forca con sciabole affilate.
Occorre un rinnovamento culturale profondo. Qualcosa che riesca a riportare d’attualità il genere e osi controbattere all’assalto dei nuovi eroi contemporanei come Rambo e Terminator. Occorre che intervenga un autore con una profonda conoscenza del periodo storico, che getti il cuore oltre l’ostacolo della semplice ricerca di un tesoro e tenga in seria considerazione anche gli uomini che quel tesoro lo stanno cercando. Uomini diversi in razza ed estrazione sociale, provenienti dai quattro angoli della mappa e con credenze spesso pagane e superstiziose. Uomini sì accecati dall’oro nei forzieri ma altrettanto timorosi di mostruose divinità crudeli e spietate alle quali si raccomandano sigillando patti di sangue.
Quell’autore, signori miei, è Tim Powers. Uno scrittore che non ha paura di niente eccetto forse l’insuccesso, un autore molto più colto e molto più scaltro di quanto altri prima di lui abbiano provato ad essere.
Il mio chiodo fisso su Tim Powers, quello con cui intorto gli sconosciuti alle feste e faccio colpo sulle tipe, è che lui abbia aggiunto alla narrazione piratesca l’ingrediente segreto che ha reso la sua opera infrangibile come i cristalli dell’ingegner Quiller: LA MAGIA. E la cosa in effetti funziona. Funziona talmente bene che dopo che ebbe pubblicato il suo libro “Mari Stregati” sarebbero usciti sei videogiochi e cinque pellicole di enorme successo tutte con lo stesso tema.

 

Ah, i pirati. Dal superbo romanzo “L’Isola Del Tesoro” di Robert Louis Stevenson al franchise Disney dei “I Pirati dei Caraibi“, da secoli questi avanzi di sentina catturano il cuore di tutti coloro che desiderano la libertà in alto mare cercando tesori tracannando rum, e questo piccolo gioiello pubblicato nel 1987 merita una resurrezione ( in stile voodoo ) per chiunque sia interessato a una bandana e un Jolly Rogers. Sto parlando di MARI STREGATI di Tim Powers.

TAH-DAAA

Va subito detto che il romanzo è un amalgama fantasy/piratesco molto avvincente e si apre con il giovane protagonista, John Chandagnac, in acque caraibiche passeggero a bordo del “Vociferous Charmichael” diretto a Kingston, in Giamaica. In attesa di rivendicare un’eredità da uno squallido zio che ha tradito suo padre anni prima, i sogni di rivalsa di John (così come le conversazioni con l’adorabile Beth Hurwood a bordo della nave) vengono interrotti da un attacco dei pirati.
John viene quindi catturato dal capitano Philip Davies e gli viene data una scelta: unirsi alla ciurma o morire. Prendendo la decisione più ovvia, John impara presto i modi di piratare e aiuta la “Charmichael” a viaggiare il più veloce possibile in modo che Davies possa incontrarsi con il famigerato pirata Barbanera. Lo scopo dell’incontro con Barbanera, tuttavia, rimane avvolto nel mistero tra fantasmi e magia, lanciando John in una lotta per la sua vita e la sua anima nei mari e nelle giungle dei Caraibi.

Epic Barbanera

Dal punto di vista prettamente Hollywoodiano, Mari Stregati si presta particolarmente bene per essere adattato su grande schermo visto che si porta appresso tutti gli elementi dell’avventura ( molto pulp, in questo caso). C’è una damigella in pericolo, c’è una cattura e una fuga, ci sono crescenti livelli di paranormale con magia arcana e stregoneria, un ritmo incessante e, naturalmente, un eroe audace. Inoltre è una storia estremamente facile e lineare come ormai siamo avvezzi a seguire nella cinematografia MARVEL standard: per dire, se i personaggi dicono che hanno intenzione di arrivare da qualche parte, state pur sicuri che ci andranno e l’avventura proseguirà. Powers non spreca testo portando i suoi personaggi da una scena all’altra senza un senso immediatamente intuibile, impantanando la narrazione con la costruzione del mondo. No, no. Se i personaggi hanno intenzione di incontrare Barbanera, vanno ad incontrare Barbanera, PUNTO; senza perdere tempo nei dettagli della vita a bordo della nave o dando lezioni su come essere un vero pirata. Quello verrà appreso dal lettore strada facendo, con estrema spontaneità. Il risultato è un romanzo snello che mantiene sempre alto l’interesse e non annoia mai.

Il contraltare di Mari Stregati è quindi nella scarsa complessità della sua storia che, badate, ha sempre un senso ( anche molto originale ) ma non lascia mai il lettore senza la sicurezza che, in un modo o in un altro, le cose andranno a finire bene.
Quando si evita di scommettere sulla trama è necessario quindi assicurarsi che i personaggi, l’ambientazione, il ritmo e la direzione della storia siano proporzionati e coesi in modo che il tutto soddisfi chi legge, no?
E infatti le scene sono gloriosamente ambientate; il prologo voodoo nella giungla è da brivido lungo la schiena, ma è la passeggiata notturna con Barbanera attraverso le paludi della Florida la sezione migliore dell’intero libro. I personaggi, beh, quello lo abbiamo detto, partono dal punto A per arrivare sempre decisi al punto B, e generalmente sono gli archetipi dell’avventura classica: Beth è la damigella bella, IDIOTA e in pericolo; John è il giovane eroe pieno di risorse che viene coinvolto suo malgrado in una questione molto più grande di lui (e di noi tutti); Leo Friend è l’evidente cattivo senza possibilità di redenzione; Davies è il pirata che rispetti e che in fondo ha un cuore grosso così ( tipo Han Solo); Barbanera è il jolly pazzo completamente imprevedibile che amiamo odiare, e così via.

NON… lamentarti se il romanzo è diverso da Monkey Island

E qui c’è un problema che vale la pena sollevare e che non riguarda direttamente Mari Stregati quanto il pubblico che vuole leggerlo. Molti si sono avvicinati all’opera di Powers in quanto diretta ispiratrice ( insieme alla famosa giostra Disney dedicata ai pirati )  di Ron Gilbert per la creazione della serie di videogiochi dedicata a Monkey Island, e ci sono rimasti parecchio male quando si sono accorti che la storia del romanzo non ricalca alcuna di quelle narrate nei videogiochi. Eh Beh. Dispiace per loro e per tutti il loro RANT a riguardo ma forse è meglio che continuino a giocare ai videogiochi e lascino la letteratura piratesca a coloro che la sanno apprezzare. Sono sicuro che nessuno sentirà la mancanza delle loro forbite opinioni.

Per quanto riguarda la direzione della storia, beh, i primi due terzi di Mari Stregati sono molto avvincenti, spesso anche imprevedibili, ma l’ultimo terzo sprofonda mani e piedi in una narrazione di cui tutti, ma proprio tutti conoscono il risultato. È anche vero che Powers non fa alcuno sforzo per nasconderlo ( fin dall’inizio pare evidente come a John riesca sempre fare bene tutto e le cose gli vadano sempre nel verso giusto ), e quindi cerca, e per la maggior parte ci riesce, di rendere il ritmo il più salace possibile. Come puro narratore Powers è fantastico, ma la conclusione non offre una grande soddisfazione, e questo è un punto dolente.

Alla fine, Mari Stregati è una grande avventura pirata in stile hollywoodiano (in effetti, Disney in seguito avrebbe scelto la storia di Powers per il quarto film dei Pirati dei Caraibi, stuprandola ignobilmente e conservando giusto due o tre tropi per avere la benedizione dello scrittore ). È intrattenimento leggero. È facile farsi coinvolgere dalle vicende di John Chandagnac, il quale manifesta alternativamente attitudine da Jack Sparrow e da Guybrush Threepwood. Con la magia voodoo, la fontana della giovinezza di Ponce de Leon e Barbanera infestato dai fantasmi che colorano la sua storia, Mari Stregati e le sue pagine continuano a girare e girare in modo frenetico. È vera fantasia popcorn. Se si è alla ricerca di una buona lettura da spiaggia, con il romanzo di Powers vi ritroverete ai Caraibi a dare un senso alla morte ingloriosa, e per certi versi ingenua, del più famoso pirata al mondo: Barbanera.

Che aspettate, teste di cozza!? Andate a leggerlo! Arrrgh!

OMONE

Uomo di mare, scribacchino, padre. Arrivo su un cargo battente bandiera liberiana e mi installo nel posto più vicino al retrogaming e la cultura pop anni '80/'90. Nel mio passato ci sono progetti multimediali falliti in collaborazione con Makkox; tre libri scritti in collaborazione con me stesso e tre podcast di relativo successo. Atariano della prima ora, mi piace molto giocare ai videogiochi vecchi e nuovi. Tutte le notti guardo le stelle e aspetto che arrivino gli UFO.

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