SPECIALE HALLOWEEN – BRAINSCAN Il Gioco Della Morte: la storia di un videogioco su CD-ROM infestato

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Ci sono film horror degli anni ’90 talmente anni ’90 che sembrano girati negli anni ’80; Brainscan Il Gioco Della Morte rientra sicuramente in questa categoria.

 

 

Ci sono film horror degli anni ’90 talmente anni ’90 che sembrano girati negli anni ’80; Brainscan Il Gioco Della Morte rientra sicuramente in questa categoria. Forse potrebbe non essere uno dei più grandi film mai realizzati ma con tutte quelle telefonate dalla linea fissa di casa, i videogiochi su CD-ROM, una prima acerba computer grafica, l’abuso sfacciato di camicie di flanella ed Edward Furlong all’apice della sua popolarità come stella protagonista, Brainscan è indubbiamente una capsula del tempo per tutti i veri fan dell’horror e, in un modo o nell’altro, ha ancora il suo senso (anche se molto molto strano).

La cosa bella di Brainscan il Gioco della Morte è che si muove su un doppio livello, quello tecnico e quello pratico.
A livello tecnico ha dietro una squadra dannatamente notevole. Sceneggiato da Andrew Kevin Walker ( Se7en , 8mm , Sleepy Hallow ); al trucco il grande Steve Johnson; una colonna sonora accattivante e la regia di un sottovalutato John Flynn che ci ha regalato un classico come Rolling Thunder, e due best seller come “Sorvegliato Speciale” con Stallone e “Giustizia A Tutti I Costi” con Steven Seagal. Insomma, un regista mai sotto i riflettori ma che nel campo action può tirar fuori una grinta inaspettata che altri suoi colleghi proprio si sognano.

Ti avevo detto che era intasato, Sly!

A livello pratico, invece, Brainscan è una specie di pasticcio. È difficile etichettarlo davvero con un genere preciso. Sicuramente lo si vuole presentare come un film horror, e in effetti ha anche un R-Rating che è davvero sorprendente considerando la mancanza totale di gore. Dice: ma il rating R è perché si vedono delle tette! No. Non ci sono nudità per tutto il film. Ho visto più nudità in una commedia PG-Rated degli anni ’80!
Comunque, mi pare giusto accennarvi qualcosa della sua trama con protagonista una meteora degli anni ’90, Edward Furlong, che in quel periodo impazzava sulle copertine dei “Cioè” di tutto il mondo e arrivava fresco-fresco da ruoli da protagonista in due sequel di alto profilo ( o ritenuti tali ) come “Terminator 2: Il giorno del giudizio” e “Pet Cematary 2”.
In Brainscan, Edward interpreta Michael, un giovane fan dell’horror molto solitario che vive nella sua camera da letto mansardata super high-tech ed è zoppo causa brutto incidente d’auto dove è morta anche la madre.
Michael indossa magliette larghe, a scuola gestisce un club dei film dell’orrore e attraverso la finestra della sua camera filma di nascosto la sua attraente vicina di casa. Tre tropi caratteristici degli anni ’90, ma soprattutto l’ultimo è uno di quelli che fa sconfinare il protagonista nella zona riservata ai predatori sessuale e forse è anche per questo che Brainscan il Gioco Della Morte è condannato alla Damnatio memoriae dei film da nascondere sotto al tappeto perché invecchiati maluccio, e oggi, nel 2022, sono portatori di messaggi ampiamente stigmatizzati.
Succede che tramite una pubblicità su Fangoria, Michael scopre un gioco su CD-Rom chiamato Brainscan che promette di essere il massimo dei massimi in termini di terrore, e invece di acquistare semplicemente il gioco in un negozio, chiama il numero verde indicato sulla rivista per chiedere maggiori informazioni a riguardo, che già negli anni ’90 è una cosa troppo weirdo per essere vera. Sfido chiunque di voi, bravi lettori vintaggiati che (sono sicuro ) avete sempre acquistato software originale durante la vostra lunga carriera di videogiocatori degli anni 80/90, a dirmi quante volte avete telefonato a Nintendo per chiedere : «Emh, quindi ho sentito parlare bene di questo Super Mario Brothers 3, ma vale la pena acquistarlo?» e poi aspettarsi un consiglio negativo.

brainscan

È un bel videogioco

Insomma, già da questo particolare si intuisce che Brainscan Il Gioco Della Morte è uno di quei film stravaganti sui videogiochi che non sembrano avere alcuna idea di come funzionino i videogiochi e, soprattutto, chi li gioca.
Naturalmente, questa semplice telefonata basta perché il CD-Rom del gioco arrivi per posta a casa di Michael il quale, ovviamente, lo prova e si ritrova coinvolto in una serie di omicidi che si dimostrano essere più reali di quanto si aspettasse.
Questo è quanto sulla trama, ma poiché Brainscan è un film dell’orrore dei primi anni ’90, c’è assolutamente bisogno di un cattivo iconico che faccia il verso a Freddy Krueger/Pinhead. In questo caso quella casella viene occupata da un personaggio chiamato “Trickster”. La mascotte del videogioco si materializza dal CD-ROM infestato per schernire, tentare, pungolare Michael, e nelle intenzioni dello sceneggiatore è pensato per essere “sia divertente che spaventoso”.
È vestito new wave con un taglio punk rock completo di anello al naso, cappotto di velluto rosso e pantaloni di pelle.
Secondo T. Ryder Smith, che lo interpreta nel film, i designer inizialmente lo avevano immaginato vestito a tema militare / bondage ma poi il regista John Flynn disse loro di «pensare al rock and roll» e allora è venuto fuori un personaggio che pare Alice Cooper al terzo giorno della veglia funebre.

brainscan

GNAM!

Entra in gioco anche il detective Hayden, l’ufficiale di polizia che cerca di porre fine alla serie di omicidi innescati da Trickster, interpretato da Frank Langella, volto leggendario per gli appassionati di horror in quanto interprete dell’omonimo vampiro in “Dracula” del 1979. Oh, è apparso anche con un trucco pesantissimo nei panni di Skeletor in “I Dominatori Dell’Universo” sette anni prima di Brainscan! Non dimentichiamocelo mai. Onore al sig. Langella.
Mutatis Mutandis, diciamocelo, è Trickster il grande personaggio che domina sempre la scena, e lo fa perché alla fine non si rende mai veramente spaventoso. È surreale, quello sì, ma spaventoso proprio mai. Ama guardare I Tre Marmittoni alla TV, critica sfacciatamente i gusti musicali di Michael, mangia hot dog e banane, e giura di poter resistere a qualsiasi tormento ad eccezione della musica country. «Niente musica country, per favore. Ogni uomo ha i suoi limiti».
E qui mi riattacco per dirvi che nelle intenzioni di Flynn proprio la colonna sonora doveva avere un ruolo determinate. Il compositore George S. Clinton, che avrebbe composto la colonna sonora di un altro classico degli anni ’90: Mortal Kombat, ha scritto il tema principale in stile Spaghetti Western di Brainscan. Tuttavia, il resto della colonna sonora è molto più intrigante e contiene brani di White Zombie, Butthole Surfers, Mudhoney, e altri. Tant’è che a un certo punto, Trickster si mette a ballare su “Welcome to This World” dei Primus!
Un sacco di altre band compaiono su magliette e poster durante tutto il film. La copertina dell’album e la locandina di “Get a Grip” degli Aerosmith sono in primo piano in diverse inquadrature. Del resto Furlong aveva anche recitato nel video di “Livin’ on the Edge” della band, uno dei successi dell’album. E anche un cartonato a grandezza naturale di Alice Cooper può essere visto sul lato del frigorifero di Michael.

 

Comunque, sappiate che il ruolo di Trickster è stato il debutto sul grande schermo di T. Ryder Smith. In precedenza Smith aveva lavorato principalmente in teatro recitando Shakespeare e quando gli proposero la parte, sulle prime doveva essere una semplice voce fuori campo che Michael sentiva nella propria testa. In corso d’opera il personaggio si è poi sviluppato fino a richiedere una sua prestazione attoriale completa con tanto di una sessione trucco lunga ore.
Personalmente, però, mi ricorderò a lungo di questo film perché nella camera high-tech di Michael c’è anche un qualcosa di simile a quelli che oggi chiamiamo assistenti digitali. L’Alexa di Michael si chiama Igor ed è un programma del suo computer che viene attivato vocalmente. Ok, non fa niente di particolare, per lo più compone numeri di telefono e lo avverte quando qualcuno sta chiamando. La cosa figa è che risponde ai comandi verbali con frasi tipo «Sì, Maestro», e solo questo mi ha fatto pensare a quanto sarebbe stato desiderabile per uno come me se solo avessi visto questo film negli anni ’90 e non adesso nel 2022.

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È per te, padrone

Arrivando sulla scia di gemme avanguardiste degli anni ’90 come “Il Tagliaerbe”, Brainscan Il Gioco Della Morte ha la pretesa di essere una prima interpretazione dell’horror in salsa realtà virtuale, ed è molto meno dipendente dalla CGI a basso costo dei primi anni ’90 di quanto volesse essere ( questa forse è anche la sua fortuna, diciamocelo ).
Guardandolo oggi si scopre che se sei un giovane inquietante pervertito sessuale emarginato freak e anche un po’ delinquente con la mamma morta, un papà assente, una gamba zoppicante, e l’unica persona che vuole davvero frequentarti è uno strano ed effeminato cyber-cattivo chi ti inganna facendoti uccidere la gente, beh, credimi, ci vuole davvero poco per cambiare la tua disastrosa vita ed essere una persona migliore.

Da questo punto di vista è un film confortante.

Buon Halloween dai Vintage People.

 

OMONE

Uomo di mare, scribacchino, padre. Arrivo su un cargo battente bandiera liberiana e mi installo nel posto più vicino al retrogaming e la cultura pop anni '80/'90. Nel mio passato ci sono progetti multimediali falliti in collaborazione con Makkox; tre libri scritti in collaborazione con me stesso e tre podcast di relativo successo. Atariano della prima ora, mi piace molto giocare ai videogiochi vecchi e nuovi. Tutte le notti guardo le stelle e aspetto che arrivino gli UFO.

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