Il pane: ATARI 50 – The Anniversary Celebration
Della serie: titoli che hanno il compito di raccontare per bene l’epopea di un marchio; Atari 50 si guadagna il suo posto sullo scaffale di qualsiasi videogiocatore
ll brutto di internet è che ci fa credere di sapere tutto. Così finiamo per pensare che Atari sia una reliquia dei videogiochi: un logo iconico bello quanto ti pare ma relegato nei libri d’arte o sulle magliette di Pampling. L’internet rimuovere i dettagli chiave di una storia complessa per lasciarci solo un arido bignami da poter recitare a vanvera durante le feste o per fare i fighi davanti alla cumpa dello spritz. Oppure, nel caso peggiore, ci restano in mente solo le cazzate.
Bòn.
Poco più di un anno e mezzo fa il baricentro gestionale di Atari ( la Atari di adesso, ovviamente, The Company Formerly Known As Infogrames ) si sposta da Parigi a New York passando sotto il dominio di Wade Rosen, giovane CEO classe 1986, e la sua guida per questi 19 lunghi mesi ha dato i suoi frutti giusto in tempo per celebrare il 50 ° anniversario del marchio, consegnando agli appassionati quella che oggi, nel 2022, potrebbe benissimo essere la migliore creazione moderna mai fatta da Atari: ATARI 50: The Anniversary Celebration.
Rosen, insediatosi nell’aprile 2021, ha reinventato l’azienda spostando il focus dai bitcoin e il blockchain per tornare verso il passato.
La serie dei classici videogiochi Recharged , in particolare, è stata un piccolo successo, e ora un altro sviluppatore di gran forma, Digital Eclipse, è coinvolto nella creazione di quello che Atari spera essere il suo optimum opus.
Oggi posso dirvi che la scommessa è vinta e Atari 50 è indubbiamente la migliore raccolta mai realizzata ma anche di più; è un modello di base che altri futuri sviluppatori potranno seguire per applicarlo a soggetti diversi. Atari 50 non è un semplice pacchetto di giochi che giudichi in base alla qualità dei titoli contenuti, non è una Flashback Classics come ne sono uscite già tante in passato: è praticamente un museo.
Il suo bello è che sembra un prodotto tripla A di quelli che si aspettano sulle console next-gen. Puoi giocare direttamente ai giochi, e fino a qui nessuna sorpresa dato che c’è l’imbarazzo della scelta fra oltre 100 titoli, ma puoi anche esplorare la storia dell’azienda attraverso diverse linee temporali. Ok, magari uno pensa che quest’ultima cosa sia trattata con la solita pigrizia con cui Atari viene trattata da e sull’internet ( vedere l’incipit ) ma in realtà non lo è; semmai, proprio questo approccio ti fa dimenticare la collezione dei videogiochi.
L’esperienza è suddivisa in cinque capitoli: Origini degli Arcade, La Sala Giochi Entra In Casa, Alti e Bassi, L’Alba dei PC e Gli Anni Novanta E Oltre.
Ogni linea tratta piacevolmente la storia di Atari con una narrazione pulita e chiara, consentendo sia al materiale d’archivio che ai videogiochi correlati di brillare nel contesto.
Non si è mai costretti a leggere o guardare qualcosa per progredire nell’esperienza; ogni informazione di Atari 50 è “ludicizzata” (immagini, video, manuali e altro vengono spuntati e calcolati in percentuale quando li apri o li guardi) e questo non solo ti incoraggia a esplorare tutto ciò che c’è, ma ti consente di capire dove eri rimasto l’ultima volta che avevi interrotto. È tutto organizzato in un modo così ponderato che è perfettamente giustificabile se salti del tutto i videogiochi fino a quando non avrai esaminato attentamente tutto il resto: niente si avvicina mai alla noia, né supera il suo benvenuto.

Benvenuto, straniero
I video non sono mai troppo lunghi ( 2-4 minuti al massimo ); sono coerenti all’argomento in questione, introducono importanti personaggi e avvenimenti che hanno segnato gli alti e bassi dell’azienda, e offrono una ricchezza di aneddoti unica. Ogni articolo, foto, annuncio o manuale è stato scansionato con un dettaglio incredibile e tutto è consultabile con estrema cura.
L’esposizione storica di Atari 50 non è mai presuntuosa. Sebbene gli intervistati mostrino un certo orgoglio quando ti raccontano del loro passato, sia loro che l’esperienza nel suo insieme non si fanno problemi a raccontare anche i momenti più bassi della storia di Atari. Sanno combattere controcorrente come quando dichiarano che l’Atari Lynx è stato sottovalutato ( ed è vero ) , criticano decisioni aziendali di ex amministratori delegati o cose minori come la tastiera dell’Atari 400, ma non sono mai critiche abrasive, sono giuste valutazioni.
Atari 50 ci racconta perfino della famigerata sepoltura ad Alamogordo nel 1983, quando tonnellate di giochi invenduti e materiale da ufficio vennero inviati in una discarica nel Nuovo Messico, ma non sorprende che E.T. non sia presente nella raccolta dei videogiochi. Suvvia, signori, siamo onesti: questa è una celebrazione, non un biasimo.
Fortunatamente, quasi tutti i veri classici sono presenti per essere giocati, così come un sacco di titoli MEH ad essere onesti. Ci sono prototipi mai pubblicati, come Saboteur di Howard Scott Warshaw, che catapultano il giocatore nella dimensione “What If” aggiungendo qualcosa di speciale al mix anche se ormai sono oggettivamente videogiochi datati. Tuttavia, le aggiunte più belle ad Atari 50 sono i sei nuovi giochi creati ex-novo da Digital Eclipse con il titolo di “Atari Reimagined”.
Questi giochi danno una svolta verso il futuro e tra loro c’è “VCTR-SCTR”, il quale prende molteplici spunti dall’orgogliosa storia vettoriale di Atari per creare una tributo completamente nuovo.
Insomma, se conosci qualcuno di età pari o superiore a 40 anni che possiede PC o una console moderna, Atari 50: The Anniversary Celebration è il regalo vincente per le festività natalizie, ma sarà più che all’altezza delle aspettative anche per coloro che abbiano il minimo interesse per il collezionismo, e si guadagna il suo posto d’onere sullo scaffale di qualsiasi videogiocatore.